GIORGIO ZANI - Nato nel 1918 - Laureato in Giurisprudenza.

Direttore dell'Azienda Autonoma di Stato filatelica e numismatica della Repubblica di San Marino.

Per molti anni curò la programmazione e progettazione delle emissioni, nonché la promozione ed il servizio di distribuzione.

Ideò il francobollo d'Autore affidando la realizzazione dei bozzetti ad Artisti di chiara fama come: Gentilini, Greco, Guttuso, Minguzzi, Sassu ed altri -

Promosse la realizzazione della emissione filatelica periodica dedicata alle più importanti città del mondo che, originalmente impostata sul confronto tra un'immagine attuale ed una del passato, riscosse nel corso degli anni un notevole, crescente successo.

Le emissioni da lui progettate vinsero numerosi premi nazionali ed internazionali -

Dipinge per hobby da oltre sessant'anni utilizzando di preferenza la tempera e i pennarelli di feltro -

Nel 1946 disegnò una serie di francobolli di POSTA AEREA giudicata "anticipazione, per quei tempi, con un'acuta combinazione di simbolismi e profili" (JAMES A.MACKAY - ENCYCLOPAEDIA OF WORLD STAMPS - GREAT BRITAIN - 1976 BY LIONEL LEVENTHAL LIMITED).

Nel 1995 una sua mostra antologica, nata per caso, più per le sollecitazioni degli amici che per determinazione dell'autore, riscosse un successo più che lusinghiero -

Nell'Aprile 2001 partecipa alla Rassegna Arketipo organizzata a Ferrara nel Castello Estense.

Nel Dicembre 2001 viene organizzata una sua Personale alla Galleria Sekanina Larson di Ferrara.

Nel 2002 l'Azienda Autonoma Filatelica e Numismatica della Repubblica di San Marino, commissiona all'Artista tre bozzetti originali per l'emissione filatelica del 3 Giugno 2002 "anno internazionale delle montagne".

Giorgio Zani purtroppo ci ha lasciato il 20 luglio 2013.

I testi della presente breve presentazione dell'autore sono stati scritti dallo stesso Giorgio Zani nel 2000. Il sito è stato realizzato dal figlio Nicola Zani e continuerà ad essere mantenuto online per ricordarlo. Papà ha disegnato per tutta la vita. Il giorno della sua morte ha lasciato sul suo tavolo un disegno non terminato in cui con fredda e sorprendente lucidità ci ha salutato. L'opera, non terminata, non aveva titolo. Ho voluto chiamarlo "presagio".

 

 

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