CICERUACCHIO, Angelo Brunetti detto
Popolano di Roma (Roma, 1800 - Cà Tiepolo, 1849).
 
 

Figlio di un maniscalco, facendo di professione il carrettiere si acquistò grande ascendente sul basso popolo romano col suo carattere ardito e impetuoso, col suo fare gioviale e con la sua rozza e vigorosa eloquenza. Nel 1846, all'avvento di Pio IX, guidò le dimostrazioni popolari in favore del nuovo papa; in seguito, mentre a poco a poco Pio IX andava perdendo il favore popolare, egli cercò di costringere il governo con moti di piazza ad assumere atteggiamenti di indipendenza nei riguardi del pontefice e pare che non sia stato estraneo all'assassinio di Pellegrino Rossi commesso da un suo figlio. Proclamata la Repubblica Romana (1849) egli si tenne dapprima in disparte dal governo repubblicano, ma ne divenne uno dei più tenaci difensori quando vide la sua città minacciata dall'invasione straniera. Dopo la capitolazione seguì Garibaldi a Porto Cesenatico, imbarcandosi per Venezia. Fallito il tentativo, prese terra sulla spiaggia della Mesola, attraversò il confine veneto a Goro, ma là, tradito forse, venne arrestato dagli Austriaci e fucilato il 10 agosto con 6 compagni e col quattordicenne figlio Lorenzo. Le salme furono sepolte sul luogo dell'uccisione e poi trasportate nel cimitero di Cà Venier. Esumate nel 1866 ebbero sepoltura nella chiesa di Cà Venier, dove un'iscrizione ricorda la fine di Ciceruacchio e dei suoi compagni.