GIUSEPPE GARIBALDI

(Nizza 1807 – Caprera 1882)

 

Garibaldi nasce a Nizza nel 1807; fin da ragazzo mostra la sua passione per le imprese avventurose, passione che lo spinge ad imbarcarsi come marinaio per intraprendere la vita sul mare e lo vede già capitano di un mercantile nel 1832. Intorno al 1832 inizia ad avvicinarsi ai movimenti patriottici europei ed italiani(Giovine Italia)e ad abbracciarne gli ideali di libertà ed indipendenza. Nel 1836 sbarca a Rio de Janeiro e da qui inizia il periodo, che durerà fino al 1848, in cui Garibaldi si impegna in varie imprese di guerra in America Latina. Combatte in Brasile e in Uruguay. Nel 1848 torna in Italia dove sono scoppiati i moti di indipendenza, che vedranno le celebri Cinque Giornate di Milano. Nel 1849 partecipa alla difesa della Repubblica Romana insieme a Mazzini, Pisacane, Mameli, Manara ed è l'anima delle forze repubblicane durante i combattimenti contro i francesi alleati del Papa Pio IX. Purtroppo i repubblicani devono cedere alla preponderanza delle forze nemiche e Garibaldi il 2 Luglio 1849 deve abbandonare Roma. Braccato, trova rifugio nella Repubblica di San Marino da dove , sciolte le legioni, sotto la guida di Nicola Zani, raggiunge Cesenatico. Di qui, riesce a raggiungere il territorio del Regno di Sardegna. Inizia quindi un periodo di vagabondaggio per il mondo, per lo più via mare, che lo porta infine nel 1857 a Caprera. Garibaldi tuttavia non abbandona gli ideali unitari e nel 1858-1859 si incontra con il Cavour e con Vittorio Emanuele, che lo autorizzano a costituire un corpo di volontari. Partecipa alla Seconda Guerra di Indipendenza cogliendo vari successi, ma l'armistizio di Villafranca interrompe le operazioni di Garibaldi.Nel 1860 è promotore e capo della spedizione dei Mille; Garibaldi salpa da Quarto(GE) il 6 maggio del 1860 e l'11 sbarca a Marsala. Da Marsala inizia la sua marcia trionfale; Batte i Borboni a Calatafimi, a Milazzo, prende Palermo, Messina, Siracusa e libera completamente la Sicilia. I1 19 agosto sbarca in Calabria e, muovendosi molto rapidamente, getta lo scompiglio nelle file borboniche, conquista Reggio, Cosenza, Salerno, il 7 settembre entra a Napoli abbandonata dal re Francesco I ed infine sconfigge definitivamente i borbonici sul Volturno. I1 26 ottobre Garibaldi si incontra a Vairano con Vittorio Emanuele e depone nelle sue mani i territori conquistati: si ritira quindi nuovamente a Caprera, sempre pronto per combattere per gli ideali nazionali. Garibaldi grandeggiò ancora di più agli occhi del mondo dopo aver deposto nelle mani di Vittorio Emanuele II il Regno di Napoli e dopo aver rifiutato le insegne di generale, il collare dell'Annunziata, il titolo di Principe di Calatafimi ed una dote per la figlia. Tutto ciò perché voleva essere in tutto e per tutto libero arbitro delle proprie azioni. Partì per Caprera in un giorno del 1860, precisamente all'alba del 9 novembre: aveva con sé solo un sacco di sementi e quando salì a bordo della nave Hannibal, le altri navi inglesi ancorate nel porto lo salutarono con salve di cannone. Nel 1862 si mette alla testa di una spedizione di volontari al fine di liberare Roma dal governo papalino, ma l'impresa è osteggiata dai Piemontesi dai quali viene fermato il 29 agosto 1862 ad Aspromonte. Imprigionato e poi liberato ripara nuovamente su Caprera, pur rimanendo in contatto con i movimenti patriottici che agiscono in Europa. Nel 1866 partecipa alla Terza Guerra di Indipendenza al comando di Reparti Volontari. Opera nel Trentino e qui coglie la vittoria di Bezzecca (21 luglio 1866) ma, nonostante la situazione favorevole in cui si era posto nei confronti degli austriaci, Garibaldi deve sgomberare il territorio Trentino dietro ordine dei Piemontesi, al cui dispaccio risponde con la frase rimasta famosa: - OBBEDISCO - Nel 1867 è nuovamente a capo di una spedizione che mira alla liberazione di Roma, ma il tentativo fallisce con la sconfitta delle forze garibaldine a Mentana per mano dei Franco-Pontifici. Nel 1871 partecipa alla sua ultima impresa bellica combattendo per i francesi nella guerra Franco-Prussiana dove, sebbene riesca a cogliere alcuni successi, nulla può per evitare la sconfitta finale della Francia. Torna infine a Caprera, dove passerà gli ultimi anni e dove si spegnerà il 2 giugno 1882.