Saverio Liconti
Una testimonianza

Pensando ad una rievocazione di Gino Zani il modo più degno per sintetizzare le eccezionali qualità di quest'uomo dal cuore e dalla mente aperti alle voci più umane, è quello di raccontare con le parole che so dell'uomo, dello studioso, dell'artista, nei suoi 27 anni di permanenza a Reggio Calabria.

Certamente la mia testimonianza ha un senso semplicemente per il fatto - e questo ahimè dice quanti anni sono passati da quella lontana stagione di fervore e di impegno civile - di essere stato giovanissimo testimone entusiasta ed ammiratore dei suoi progetti e dell'opera sua.

Parlare di Gino Zani nei suoi 27 anni intensamente vissuti in Calabria è un'impresa quindi ardua ma appassionante insieme.

Mi guiderà, nel dire di lui, la sconfinata ammirazione avuta fin da ragazzo per i disegni splendidi delle sue opere, ma sarà arduo anche per me poter dire tutto dell'attività di questo giovane romagnolo che, dopo cinque mesi dalla brillante laurea in ingegneria a Bologna, per ragioni di studio sugli effetti sismici, corse in Calabria il 4 gennaio 1909 ad una settimana dal terremoto col proposito di restarvi 15 giorni e vi restò ben 27 anni!

- Tanto è stata coraggiosa, intensa e tenace la sua attività di ricerca nel campo delle costruzioni edilizie asismiche;

- tante sono state le difficoltà incontrate nello studio e nell'affermazione del sistema costruttivo da lui ideato;

- tanto è stata dura la lotta per affermarsi in quegli anni, per lui uomo leale, disinteressato, buono , di integra onestà e dirittura morale , di spiccate doti intellettuali ed artistiche.

Ho detto "artistiche". - Si, perché Gino Zani, pur essendo un ottimo ingegnere , era anche un artista che ha saputo dare alle sue opere edilizie quella deliziosa impronta di stile floreale romagnolo ad aspirazione neoclassica che ancora oggi si nota nelle opere da lui lasciate a Reggio ed in provincia.

Realizzò perfino squisiti arredamenti interni , ancora oggi conservati (palazzo Trapani Lombardo -Villa Spinelli - Prefettura ecc . ) ma ripeteva sempre di non essere architetto.

Passiamo ora a ricordare le fasi salienti dei suoi 15 anni quale funzionario a Reggio Calabria. Vi arrivò con un magro bagaglio , con poche cose personali, tanto breve era il tempo che doveva restare; ma grosso era il suo bagaglio di nozioni sul cemento armato, scienza che muoveva allora i primi passi e che lui aveva approfondito nello studio del prof. Muggia, titolare della cattedra di "Scienza delle costruzioni" presso il Politecnico di Bologna, dove egli stesso era assistente di statica grafica e dove aveva cominciato a progettare ponti in c.a.

Il giovane, ansioso di ricerche sugli effetti tellurici, fu subito inviato, prima dalla scuola di ingegneria di Bologna e poi dal Ministero dei LL.PP. che seppe della sua partenza verso la zona del disastro , al Genio Civile di Reggio Calabria che lo destinò proprio alla sezione che curava le demolizioni dei fabbricati lesionati e pericolanti.

Fu quella per Gino Zani una vita da pioniere affrontata con coraggio e spirito di sacrificio: l'impatto con la tragedia stimolò sempre più la sua attività di ricerca e di studi, pur dormendo sotto la tenda e girando in città e zone impervie della provincia, con un mulo o col cavallo, tra distruzioni e morti in una città "tutta di nero", come egli dice, che difendeva anche i ruderi della propria casa.

Nelle memorie che Gino Zani ha lasciato , sia per nostalgia sia per essere ricordato, ci dice quanto ha dovuto lottare lui, uomo semplice ed onesto, contro le manovre di furbi il cui egoismo voleva sopraffare i deboli, ma ci dice soprattutto quanto ha dovuto lottare contro i notabili della città che per fare i loro interessi egoistici, pretendevano danneggiare ancora la città stessa.

Fu nei primi mesi del 1909 che Zani incontrò a Reggio lo scienziato giapponese Omori, sismologo di fama mondiale, dal quale ebbe conoscenza approfondita di quella scienza che in Giappone era già molto avanzata, il che l'aiutò nei suoi studi.

Si formò così il convincimento che una corretta casa asismica potesse essere realizzata solo con strutture leggere in c.a. adeguatamente incastrate al piede e ne studiò alcuni tipi rudimentali a coronamento della sua volontaria missione.

Infatti nell'aprile del 1909, ritenendo di aver esaurito il suo compito , chiese di essere congedato per rientrare a Bologna.

Gli andò male perché aveva vinto il concorso al Genio Civile e doveva ormai considerarsi mobilitato quale funzionario di quell'ufficio.

Il giovane fu sorpreso ma soprattutto per aver visto nel suo stipendio, e per la prima volta, la carta da 1000 lire!

Evidentemente perplesso tornò a Bologna, con un mese di permesso, nella speranza di poter studiare per la docenza, ma trovò che il suo posto di assistente di statica grafica era stato affidato ad altri e che il prof. Muggia lo accolse freddamente, anche se completò alcuni progetti lasciati sospesi.

Fu così che decise di tornare a Reggio per restarvi ed approfondire sempre più i suoi studi sull'asismica, dedicandosi alacremente alle più importanti costruzioni affidate al Genio Civile.

Primo fra tutti è stato il grande progetto per la costruzione della Prefettura di Reggio, approntato a tempo di primato e successivamente limato e perfezionato con grande equilibrio.

L'ansietà, l'ambizione anche di affermarsi, non gli faceva vedere i disagi ed i sacrifici che affrontava con esuberanza giovanile.

Sistematosi in una nuova e più comoda baracca, potè riprendere da solo quel duro lavoro di perfezionamento della casa asismica i cui studi svolgeva in un ambiente culturalmente impreparato che non poteva dargli alcun aiuto , anche perché continuava a costruire case baraccate con ossatura di murali di quercia o castagno che tra le murature, realizzate spesso con doppia lamiera stirata o stuoie di canna intonacate, si infradiciavano presto perdendo ogni resistenza.

Di fronte a tipologie costruttive così carenti , si convinceva sempre più che doveva lottare per l'affermazione della sua felice intuizione che nessuno capiva, considerandolo un "maniaco presuntuoso".

Un vecchio ingegnere, infatti, ebbe a chiedergli se il ferro veniva ridotto in polvere e mescolato col cemento!

In data 3 gennaio 1911 in una riunione , svoltasi a Messina, degli ispettori del Genio Civile di Calabria e Sicilia, per la scelta del più idoneo sistema per costruire gli edifici pubblici, fu decisa l'esclusione del c.a. ritenendolo troppo costoso e complicato.

Subito dopo , il 15 febbraio dello stesso anno, il Ministero accettava il nuovo sistema del c.a. proposto da Zani, solo però per edifici pubblici, e voleva quello dei tralicci in ferro o in legno per costruzioni private.

Zani criticò aspramente sia il voto espresso nella riunione di Messina che il parere del Ministero, sostenendo testardamente il suo sistema quale unico idoneo a risolvere il problema dell'edilizia asismica in modo razionale ed economico e chiedendo al suo ingegnere capo di poter realizzare esperimenti dimostrativi delle sue tesi.

Autorizzato si mise all'opera: per avere il cemento dovette approvigionarsi presso l'unico stabilimento di casale Monferrato e costruì con i suoi assistenti per prima una piastra di 2,00 mq e di spessore 3 cm armata con lamiera stirata, per dimostrare la resistenza alla flessione, poi un portale in c.a. per dimostrare la resistenza alle forze composte, che sbalordì e convinse molti tra gli scettici del Genio Civile; infine presentò un solaio in c.a. a nervature parallele con soffittatura in lamiera stirata legata tra le nervature e formante camera d'aria, sottoponendolo ad una prova di carico di ben 10 volte il carico di impiego!

A questo punto, almeno nell'ambiente di lavoro, non ci sono stati ostacoli per Zani e l'ing. capo si sentì vinto al punto che volle brevettare . . . anche col suo nome il solaio creato da Zani.

Per lui si avvicinava il successo tanto che venne chiamato in commissioni per gare di appalti-con-corso per ponti e sentito continuamente dall'ing. capo in particolare sul P . R . G . di Reggio elaborato dall'ing. De Nava, unico libero professionista. . . sulla cresta dell'onda.

Egli fu molto critico per la squadratura del piano fatta a tavolino con strade ortogonali tra loro, per una città che si stende sul mare con andamento collinare, e per la via Marina prevista larga 50 mt. : "La strada del sole" come ebbe a definirla; dimostrò così al suo capo con schizzi immediati che le strade con quella orografia dovevano avere andamento obliquo tra loro così da togliere rigidezza alla rete viaria, interrompendola con larghe piazze e che quella sede stradale prevista di 50 mt. lungo il mare andava suddivisa in tre tratti: 2 esterni di 10 mt. con le strade in dislivello tra loro collegati con stradelle oblique ed un tratto di 30 mt. centrale in lieve pendenza da destinare a giardinaggio : così è stato fatto dopo ben 10 anni di lotte e grazie alla forza decisionale di un sindaco del tempo cui Reggio deve molto, l'On. Giuseppe Valentino.

Fu così per la brillante idea di Gino Zani, che il lungomare di Reggio divenne "Il più bel chilometro d'Italia" come ebbe a definirlo Gabriele D 'Annunzio.

Gino Zani , malgrado critiche ed invidie , era ormai il più quotato e rispettato tra i tecnici della città; tanto era felice che nel 1911 si fidanzò e si sposò per la gioia di dare uno scopo alla sua vita.

Quale ingegnere capo della terza sezione si vede affidati una grande quantità di progetti: il palazzo del Genio Civile di Reggio e quello di Messina, la Caserma delle Guardie di Finanza e il Deposito Privative di Reggio oltre a diversi altri edifici pubblici sia a Reggio che in provincia.

Da Roma nel 1912 ottiene un premio di L.2.000 per i calcoli del c.a. del palazzo della Prefettura, insieme a tante congratulazioni, e sempre a Roma in una riunione presso il ministero ottiene finalmente il riconoscimento, seppur prudente, della qualità della sua casa asismica in c.a. che con intuizione avveniristica così descrive: "io immagino la mia casa asismica come una barca capace di ballare sulle onde senza sfasciarsi, come una grossa scatola indipendente dal suolo , appoggiata sopra un forte strato di sabbia che servisse da cuscino per smorzare la violenza dell'onda sismica, che impedisse alle fratturazioni del suolo di trasmettersi alle murature , che limitasse gli effetti del moto ondulatorio".

Tuttavia la ricostruzione procedeva secondo tre sistemi: ossatura in legno, a traliccio di ferro oppure con struttura intelaiata con c.a. secondo il sistema che Zani "lambiccandosi il cervello" cercava di semplificare riducendo la quantità di legname necessaria per i cassieri.

Intanto Zani vedeva chiaro il problema della ricostruzione in città: occorrevano tipologie in serie per la ricostruzione di lotti ma soprattutto un organismo tecnico amministrativo capace di coordinare l'esecuzione con rapidità di decisione, visto che ovunque sorgevano baracche fin nei lontani rioni e mancavano quindi i terreni per la ricostruzione.

Di questo argomento Zani era riuscito a parlare dettagliatamente anche con lo stesso Ministro dei LL.PP. On. De Nava che, quale reggino, veniva spesso a Reggio e si soffermava con lui riconoscendone il valore.

Fu così che con legge 18 giugno 1914 venne istituito l'Ente Edilizio di Reggio Calabria, per la costruzione di case economiche e che in data 29 luglio 1914 il Ministero nominò Zani direttore tecnico del nuovo ente.

Il nuovo lavoro lo rese entusiasta e dinamico. Infatti nell'aprile del 1915 , in una atmosfera arroventata dall'entrata dell'Italia in guerra, il Consiglio Superiore approvò , con tante lodi , il suo primo progetto di case economiche a struttura in c.a. studiato con l'uso di cellule abitative atte a comporre variamente interi rioni.

Ma i suoi studi continuavano: per semplificare e rendere economico il suo sistema di costruzione in c.a. (in opera, come diciamo oggi) studiò e sperimentò per la prima volta solai prefabbricati, nonchè la pomice di Lipari nelle costruzioni, per produrre blocchi forati di cemento all'esterno e di pomice all'interno, idonei ad avere resistenza e coibenza insieme. Nel fare questo non si proponeva certo alcun guadagno , perché non dava valore al denaro , ma solo di costruire "case asismiche economiche e razionali per la povera gente".

Con questi suoi nuovi ritrovati e con progetti integrali che comprendevano tutto (anche gli impianti e persino quello di depurazione dei liquami), costruì altri rioni di case popolari ed arrivò anche , col suo buon gusto e sentimento , a decorare finestre e cornici di coronamento con mattonelle bianche e azzurre , "i colori della sua antica piccola repubblica".

Da ogni parte richiedevano i suoi progetti e la sua opera, e non solo dalla Calabria e dalla Sicilia.

Dopo Caporetto , siamo nel 1918 e si doveva dare una casa ai reduci, il bisogno delle case popolari fu più sentito e pressante tanto che gli furono richiesti , da presentare in 15 giorni , progetti completi per oltre 15 milioni, che egli riuscì ad ultimare mobilitando l'Ente edilizio e l'intera terza sezione del Genio Civile.

Si trattava di diverse centinaia di appartamenti per diverse zone di Reggio Calabria in terreni da espropriare.

Cominciava a sentir parlare del fascismo attraverso i giornali e quindi a subire qualche prepotenza dai gerarchetti locali: solo allora Zani da timido diventava imprudente e reagiva.

Ma era forse anche per questo ammirato tanto che fu portato dalle autorità locali in udienza da Mussolini dopo aver svolto una relazione agghiacciante sulla situazione edilizia della città. Mussolini ascoltò ma soprattutto vide lo stato disperato ed antigienico di una città in parte distrutta e in parte baraccata, attraverso la documentazione fotografica fatta da Zani, per confermare il tragico quadro descritto.

Fu inviato ancora a Roma presso il Ministero per richiedere aiuti per la ricostruzione di Reggio ma da li fu chiamato dal Ministro dei LL.PP. a Palazzo Chigi dove era riunito il Consiglio dei Ministri sotto la presidenza di Mussolini: ottenne tutto il finanziamento occorrente, grazie anche ad una sua strumentale bugia sulla procedura burocratica dei lavori che salvò l'Ente Edilizio.

Zani aveva ormai quasi quarant'anni ed era famoso , veniva pregato da personaggi influenti di progettare anche grossi edifici privati ed egli non sapeva rifiutarsi soprattutto per rispetto , e non per interesse , perché la gran parte dei suoi clienti non lo pagava nemmeno ed egli restava indifferente: "lavoro per la gloria", diceva con una sottile punta di ironia.

Infatti a Reggio fabbricati privati illustri , oltre ai tanti pubblici, onorano la sua memoria: Palazzo Trapani Lombardo, Villa Spinelli, Palazzo Scordo, Clinica Caminiti , Villa Medici , Villa Valentino.

Mirava decisamente a dedicarsi ormai ad una attività libera ed indipendente dopo quindici anni di attività al Genio Civile ed all'Ente Edilizio.

Dava quindi a suo cognato la consulenza tecnica per la produzione di blocchi di tamponamento resistenti e leggeri ma non sentiva l'attitudine di fare l'industriale e gli ripugnava fare l'appaltatore. Egli era uno studioso ed un timido e si sentiva inadatto per quelle attività ma soprattutto non aveva sete di ricchezza, pur riconoscendola necessaria per esercitare una professione redditizia. La prima occasione si presentò nel 1923 : il Ministero dei LL. PP. gli ordinò di lasciare la direzione dell'Ente Edilizio per rientrare solo funzionario al Genio Civile tra la sorpresa di tutti.

Fu subito inoltrata una petizione a Roma dai componenti del consiglio dell'Ente per perorare la sua causa, ma il sottosegretario Suardo non ascoltò nessuno : "le cose gravissime che risultavano a suo carico", come ebbe a dire, consistevano naturalmente nel rifiuto di Zani ad accettare la tessera fascista!

L'evento addolorò tutti, in particolare i componenti del consiglio dell'Ente che vedevano finire ogni dinamica iniziativa. Egli trovava nel Genio Civile un ambiente sempre più burocratico e conformista, vedeva allentare il lavoro di progettazione, di studi e di iniziative, ed era sconfortato.

Però avvenne che, avendo l'ing. capo del Genio Civile, il giorno stesso che egli lasciava l'Ente Edilizio, inviata al Ministero per il parere una sua relazione sui nuovi sistemi costruttivi da lui ideati corredata da disegni, calcoli e fotografie, con voti perché venissero approvati, in data 4 luglio 1923 il Consiglio Sup. dei LL.PP. esprimesse voto favorevole compiacendosi per la competenza dimostrata con la sua prova di ingegno che risolveva il problema della rinascita della città.

Il successo per questa ulteriore affermazione di Gino Zani e per questo alto riconoscimento fu grande nell'ufficio del Genio Civile e nella città.

Fu ricercato da ammiratori e da industriali con proposte di grosse società che volevano acquistare le sue tipologie costruttive ma egli ringraziava e rifiutava ogni proposta.

In che cosa consisteva la straordinaria innovazione che Gino Zani aveva con grande intuito perfezionato per realizzare la sua nuova casa asismica da costruire rapidamente ed economicamente?

Consisteva nel costruire in serie solo le strutture di ogni casa, i componenti della prefabbricazione, come vengono chiamati oggi , atti a comporre le case nelle più varie tipologie architettoniche.

Questi componenti erano:

1) Le casseformi resistenti che erano elementi portanti, in un limitato numero di tipi, prefabbricati in calcestruzzo, destinati ad essere incorporati nei successivi getti e formavano le maglie della struttura asismica in cemento armato, realizzando pilastri e travi senza uso di casseforme in legno, con una economia del 30%.

2) Le murature dì tamponamento con blocchi in conglomerato e pomice che avevano un buon isolamento termico e non erano igroscopici.

3) I blocchi speciali di laterizio consigliati soprattutto per zone umide con forti escursioni termiche.

4) Le piastre prefabbricate per realizzare tramezzi in conglomerato , gesso o miste con laterizio , di spessori da 5 a 10 cm.

5) I solai a nervature parallele in c.a. prefabbricati con casseforme metalliche in ferro per cui con due elementi ad L si costruivano rapidamente ed economicamente le travi capovolte, portate e collegate in sito.

Cosa costituivano tutti questi ed altri ritrovati se non l'inizio, fin dai primissimi anni venti, di quegli attuali sistemi di prefabbricazione in c.a. che in Italia cominciarono timidamente ad affermarsi solo negli anni sessanta, cioé dopo oltre 40 anni?

Qui stanno i grandi meriti di Gino Zani che è il vero precursore dei sistemi edilizi moderni nella prefabbricazione.

Intanto maturavano le conseguenze favorevoli dell'effetto avuto presso il governo della sua documentazione sulla situazione di Reggio Calabria.

Il Consiglio Superiore aveva emesso voto perché ci si avvalesse di imprese ben attrezzate che disponessero di sistemi costruttivi, già accettati dal Ministero , atti a ridurre le spese per risolvere il problema della ricostruzione dei paesi devastati dal terremoto.

Solo a questo punto egli pensò alla possibilità di mettere le sue nuove creazioni di tipologie asismiche a disposizione di una grossa società ritenendo però di dover prima accertare la possibilità di realizzarla con successo.

Con altre persone influenti si recò a Roma per sentire il parere del Ministero sui suoi propositi.

L'accoglienza fatta dal Ministro Carnazza a lui e agli altri interessati alla iniziativa fu addirittura entusiasta; certamente perché a capo vi era lui, l'ing. Gino Zani, di cui conosceva i meriti e per il quale l'Ente Edilizio aveva trasmesso, subito dopo il suo esonero , una proposta per tributargli un encomio solenne grazie all'opera intensa ed altamente meritoria svolta per risolvere il problema della casa e per le sue invenzioni nel campo del c.a. e della prefabbricazione che vedevano allora le prime applicazioni.

La proposta venne quindi vista favorevolmente dal Ministero e così rientrato a Reggio Calabria si dispose subito ad un nuovo grande progetto di case asismiche con le sue tipologie, scegliendo un'area centrale nel viale Genoese, per creare un grande quartiere che in seguito il federale del tempo volle chiamare "rione Mussolini" e per il quale è stata posta la prima pietra dal quadrunviro calabrese Michele Bianchi nel 1923.

Avviene allora che Zani stanco per tanti anni di incessante lavoro e considerando insopportabile fare il funzionario e nel contempo I ' attività privata, decide in data 5 ottobre 1923 di chiedere al Ministro 6 mesi di aspettativa per ragioni di salute.

"La carriera di funzionano era finita. - Una nuova vita mi attendeva, peggiore assai di quella che abbandonavo perché non adatta alle mie attitudini ed al mio carattere". - Così dopo 15 anni di lavoro Gino Zani annotava tristemente nelle sue memorie.

Ma dopo l'aspettativa nel 1924, constatata la sua insofferenza a quel lavoro, il Ministero per liberarsene , lo trasferisce a Trento nella sezione stradale del Genio Civile.

Egli va a dare una occhiata ma nel 1925 decide di dimettersi. Sorge quindi nello stesso anno l'impresa C.A.S.A. - Costruzioni Asismiche Società Anonima per la quale Zani , direttore tecnico , con le sue nuove tipologie costruttive impostò e condusse con grande successo tecnologico la nuova estesa attività di industriale fino al 1935.

Nello stesso anno gli proposero di dirigere l'ufficio tecnico della Repubblica di San Marino.

Fu così che egli tornò finalmente "nella sua piccola ma tanto amata Repubblica".

Cosa può aggiungersi ancora per concludere ed epilogare la personalità straordinaria di Gino Zani, l'opera che egli perseguì con spirito ed entusiasmo di pioniere, di quest'uomo attento e sensibile ai fatti culturali che si intrecciano con l'edilizia e l'architettura; cosa può aggiungersi se non dire che Reggio Calabria nelle sue espressioni culturalmente più rappresentative lo ricorda e lo annovera tra i cittadini più illustri per così dire onorari - ed il nostro ricordo va allo spirito illustre di Zanotti Bianco - che hanno con la loro passione civile, col rigore del loro impegno professionale e con la loro smagliante intelligenza, onorato la storia della città in uno dei suoi momenti più tristi e drammatici. *

( *) Intervento di Saverio Liconti nelle manifestazioni in occasione del centenario della nascita di Gino Zani, San Marino 25.9.83.